Elisa
Mazzei
Il trekking e la percezione: stimolo della
sensibilità.
L’ uomo è dotato di sensibilità, quella facoltà
di avvertire, tramite appositi organi, gli stimoli di provenienza
esogena ed endogena. Infatti, gli organi di senso, ci permettono
di essere in continuo e costante contatto con il mondo esterno,
e coscientemente o non, di interagire sempre con esso. Allo stesso
modo possiamo avvertire le sensazioni che provengono dall'interno
del nostro organismo, e attraverso esse modificare e regolare automaticamente
le nostre funzioni fisiologiche.
E' chiamata sensibilità esterocettiva quella
che si occupa degli stimoli derivanti dal mondo esterno: la sensazione
di caldo, di freddo, e di dolore sono di questo ambito; la sensibilità
enterocettiva invece riguarda quegli stimoli che provengono
dagli organi
interni, dai visceri, infatti è chiamata anche sensibilità
viscerale; si parla di sensibilità propriocettiva
quando le sensazioni provengono dagli organi della vita di relazione:
i tendini, i legamenti e le fibre muscolari ci avvertono dello stato
di contrazione e della posizione dei nostri segmenti corporei, e
ci permettono movimenti coordinati e naturali. Inoltre esistono,
nel corpo umano, forme di sensibilità altamente specializzate,
che si hanno tramite i recettori sensoriali riuniti a costituire
gli organi di senso : l'occhio, l'orecchio, il naso, la cute e la
bocca permettono di percepire precise e nitide sensazioni, rispettivamente
vista, udito ed equilibrio, olfatto, tatto e gusto (1).
Nella vita quotidiana i nostri organi sensoriali sono sempre utilizzati,
non c'è mai un momento in cui ci si si possa isolare dall'esterno,
possiamo avere coscienza o meno di certi stimoli ma, in condizioni
fisiologiche, le fibre afferenti del sistema nervoso trasmettono
sempre impulsi ai vari distretti del cervello. Allo stesso modo
però questi stessi organi sensoriali possono essere più
o meno efficienti, e quindi possono captare stimoli più o
meno forti. Per esempio ci sono persone che hanno un olfatto più
sensibile di altre, e riescono a distinguere nitidamente odori di
cose diverse; oppure altre che gustano certi cibi proprio perché
ne captano il sapore particolare; si può avere insomma una
certa predisposizione innata ad alcune sensazioni, e quindi riuscire
a percepire molteplici sfumature che normalmente si trascurano.
In caso però, come è per la maggior parte di noi,
non siamo nati con queste raffinate doti, non ci perdiamo d'animo:
possiamo sempre imparare queste capacità! Infatti "allenando"
proprio i nostri organi di senso acquisteremo una maggiore sensibilità.
Oggi, purtroppo in città, con l'inquinamento che impregna
l'aria atmosferica, è raro riuscire a percepire aromi particolari,
sono invece molto frequenti gli odori sgradevoli dei gas di scarico
delle automobili; anche l'inquinamento acustico è elevato:
autobus, motorini e clacson producono un infernale caos. Compromessi
sono quindi olfatto e udito, in primo luogo, ma anche gli altri
sensi, sono fortemente disturbati.
Cosa c'entra il trekking in tutto questo? E' automatica la risposta:
l'ambiente naturale favorisce la percezione di tutte le sensazioni
. E' infatti possibile, camminando ad esempio in un bosco, annusare
i molteplici odori della vegetazione: ogni fiore, pianta, fungo
sprigiona il proprio profumo, ed è un gioco piacevole identificarlo.
Anche "allungando le orecchie", sarà bello ascoltare
i versi degli animali che vivono nel loro habitat naturale: indovinare
che tipo di uccello sia quello che ha appena cinguettato, magari
consultando anche qualche manuale, può essere un'esperienza
divertente ma anche profondamente formativa. La vista, poi, sarà
uno dei sensi più colpiti: i paesaggi indimenticabili, che
si incontrano lungo i nostri percorsi, saranno, dal vero, tutt'altra
cosa rispetto a quelli visti in TV o in foto. Anche i colori, nitidi
e vivaci, che saranno diversi a seconda della stagione e delle località
possono regalarci momenti unici. Il trekking non trascura nemmeno
il tatto, basti pensare alla sensazione di toccare l'erba umida
o il tronco di un albero, o ancora il soffice e umido muschio boschivo;
infine, viaggiare a piedi permette anche alle nostre bocche di assaporare
quei sapori della cucina tradizionale che con la mancanza di tempo
della nostra vita frenetica, e con l'avanzare della tecnologia dei
microonde si sono persi. Infatti si spesso si fa tappa in qualche
villaggio isolato, e capita che una famiglia ci inviti per cena…
A questo proposito Riccardo Carnovalini scrive: " Nel Trekking,
tutti i sensi sono coinvolti: il tatto perché a piedi non
ci sono le ruote di gomma che ci isolano dalla terra, e così
possiamo apprezzare la morbidezza di un bosco di faggi oppure la
durezza di un altipiano calcareo; mentre si cammina, poi, ogni piccolo
fruscio ed ogni minima vibrazione arriva alle orecchie; i profumi
cambiano in continuazione e anche la capacità di osservazione
è intensamente coinvolta; infine il gusto: questo mi riporta
alla mente l'acqua. L'acqua è strettamente legata al territorio
che si attraversa: la temperatura, il sapore, il colore, la composizione.
Noi siamo abituati a bere quella in bottiglia, che proviene da lontano
e che rimane ferma dentro un contenitore a lungo, ma non conosciamo
più la nostra acqua, quella che scorre nella terra in cui
abitiamo […] Quando parliamo di latte, ad esempio, ormai intendiamo
acqua colorata di bianco con una aggiunta minima di proteine e grassi,
quando invece ci capita di assaggiare, in montagna, un po’
di quel latte fresco, appena munto, sarà per noi un sapore
nuovo, spesso nemmeno tollerato dall'organismo… "
(2).
Il Trekking, dunque, stimola l'uomo ad attivare i propri organi
sensoriali, stimola ogni recettore a captare il particolare,
promuove la trasmissione degli impulsi attraverso le diverse vie
nervose, che se non sufficientemente esercitate possono perdere
la capacità di svolgere la propria funzione.
Camminando all'aperto potremmo provare infinite sfumature di sensibilità
esterocettiva: le numerose condizioni atmosferiche: pioggia, sole,
neve, grandine, nebbia… potranno darci il senso del freddo,
di caldo, di umido, per cui si attiveranno reazioni fisiologiche
di autocontrollo, dalle quali: sudore, pelle d'oca, arrossamento
della cute … .
E' importante fare attenzione al nostro corpo e essere consapevoli
delle modificazioni che, durante il trekking, avvengono in noi:
"sentire il movimento" cioè avvertire lo stato
di tensione di un distretto muscolare, è una capacità
alquanto difficoltosa che può essere acquisita. Infatti concentrandosi
su ogni passo si avverte l'alternanza di contrazione e rilasciamento
di ogni fascia muscolare, chiudendo gli occhi siamo in perfetta
armonia con il nostro corpo. Quest'attività è molto
utile per rilassarci e attiva in modo approfondito le vie nervose
della sensibilità propriocettiva.
Il trekking risveglia il nostro organismo, attivando ogni singola
cellula: "ci fa sentire vivi".
(1) Concetto ripreso dal Compendio di Anatomia Umana di
Luigi Cattaneo.
(2) Intervista ripresa da Internet, sito www.boscaglia.it,
in parte pubblicata sulla rivista Tra terra e cielo.
Tesi di laurea di Elisa Mazzei
Diplomata ISEF (FI)
Tesi discussa il giorno 04/04/2001
Votazione finale: 110/110
torna all'indice
degli articoli >>
|