Francesco
Bottaccioli
Quattro passi di salute: camminare fa bene
al cuore e anche all'umore
da Salute (supplemento di La Repubblica) del 9
aprile 1998
"Non si cammina più", un ritornello
che gira perlomeno da una quarantina d'anni, da quando in tutto
l'Occidente la motorizzazione fece un balzo spettacolare diventando
di massa: ogni famiglia cominciò a possedere uno o più
mezzi di trasporto e tutto cambiò. A scuola, al bar, al cinema,
al lavoro, anche quando le distanze non sono proibitive, ma anzi
agevoli, si va in macchina o in moto, al più in autobus,
in metro, in taxi.
Dov'è la novità, allora? C'è e come: anzi ce
ne sono due e ambedue spiacevoli. La prima è che al peggio
non c'è mai fine: negli ultimi venti anni la tendenza a non
camminare è ulteriormente cresciuta, con una diminuzione
di oltre il 20 per cento della quantità di chilometri annui
percorsi a piedi da ognuno di noi. Il fatto più grave è
che sono soprattutto i bambini a non muovere più un passo:
il calo nella fascia di età tra i 5 e i 10 anni è
stato del 27 per cento e addirittura un punto in più nella
fascia degli adolescenti (11-15 anni). Queste cifre allarmanti fanno
parte di un ampio editoriale pubblicato nel numero di marzo della
rivista "Nature Medicine".
Perché una autorevole rivista medica internazionale si occupa
di "walking", di camminare? Perchè è ormai
scientificamente assodato che molte delle più comuni malattie
croniche degli occidentali hanno un legame con la sedentarietà.
Obesità, osteoporosi, diabete, malattie cardiovascolari,
ma anche depressione, cancro e disordini immunitari vengono favoriti
da un comportamento inattivo. Ian Roberts, dell'Istitute of Child
Health di Londra, che ha curato l'editoriale sopra ricordato, fa
notare in proposito che il raddoppio delle fratture dell'anca, registratosi
nelle donne negli ultimi trent'anni, si accompagna ad una riduzione
del camminare del 21 per cento tra le donne tra i 30 e i 59 anni
di età. Così il diabete cosiddetto di II tipo (non
insulino dipendente) può essere efficacemente contrastato
da una dieta adeguata e da una regolare attività fisica.
"La camminata incrementa la cattura del glucosio da parte del
sistema muscolo scheletrico tramite l'aumento della sensitività
dell'insulina" scrive Roberts, e quindi favorisce la diminuzione
della glicemia.
Ma c'è di più: studi recenti pubblicati sul "New
England Journal of Medicine" hanno stabilito che fare alcuni
chilometri al giorno a piedi consente di abbassare i livelli di
colesterolo con grande vantaggio per cuore e vasi. Altri studi hanno
documentato un netto miglioramento dell'umore: responsabili di ciò
sono alcune molecole, le endorfine e la serotonina che vengono prodotte
in sovrappiù quando sono i grandi muscoli del corpo a entrare
in funzione. Camminare quindi serve ad aumentare i livelli delle
sostanze che svolgono funzioni antidepressive. Infine è da
citare un importante studio norvegese dell'anno scorso che ha coinvolto
la bellezza di 25.624 donne di età compresa tra i 20 e i
54 anni. L'incidenza del cancro al seno nelle donne più giovani
che svolgevano una regolare attività fisica era del 54 per
cento in meno di quella registrata nelle donne sedentarie; mentre
nelle donne in menopausa l'attività fisica regolare ha ridotto,
in questo studio, di un terzo il rischio di cancro al seno.
torna all'indice
degli articoli >>
|